Pubblicato il nuovo studio CESI sull’impatto dell’idrogeno sul sistema elettrico italiano

Ad inizio ottobre, il gruppo CESI, multinazionale leader nel settore elettrico a livello internazionale, ha pubblicato uno studio dal titolo: “Strategia italiana sull'idrogeno: quale impatto sul sistema elettrico?”. Obiettivo principale dello studio è quello di esaminare quale sarà l’impatto dell’idrogeno sul sistema elettrico italiano entro il 2030 partendo dalle linee guida elaborate dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) nella Strategia Nazionale Idrogeno. Lo studio CESI si basa su quattro possibili scenari di implementazione per la produzione, il trasporto e il consumo di idrogeno: off-grid, ovvero non connesso alla rete elettrica; decentralizzato ma connesso alla rete; trasporto di elettricità connesso alla rete; trasporto di idrogeno connesso alla rete.

Stando a quanto riportato dallo studio, il modo più conveniente per produrre idrogeno verde è quello in cui l’energia viene trasportata in forma di elettricità, lungo le dorsali di trasmissione anziché sotto forma di idrogeno, utilizzando i gasdotti. Questo è dovuto al fatto che il trasporto di energia elettrica permette di allocare il surplus di energia rinnovabile attraverso la rete elettrica nel caso in cui questa dovesse superare il consumo richiesto dagli elettrolizzatori o di sopperire, in caso di deficit con energia rinnovabile. Secondo lo studio, gli elettrolizzatori a “bassa flessibilità”, ovvero quelli che vengono sfruttati con un basso coordinamento con gli impianti rinnovabili, garantirebbero un costo stimato per la produzione di idrogeno pari a 3,8€/kgH2. Nello scenario in cui vi fossero elettrolizzatori ad “alta flessibilità”, invece, si stima un costo di produzione pari a 3,3 €/kgH2.

In ultima analisi, secondo i dati raccolti da CESI, nel breve-medio termine l’opzione di costruire una rete di trasporto interamente dedicata all’idrogeno porterebbe ad un innalzamento non indifferente dei prezzi di questo combustibile, rendendo gli investimenti difficilmente ripagabili. Nel lungo termine però, l’innalzamento della domanda di idrogeno potrebbe consentire la riqualificazione degli attuali gasdotti in idrogenodotti con economics accettabili.


Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/business_wire/news/2021-10-06_106216021.html