Evento Sole 24 Ore su idrogeno e transizione ecologica

Il 30 marzo si è tenuto l’evento del Sole 24 Ore “La strategia sull’idrogeno e la transizione energetica. Prospettive e opportunità per un’Italia green”, che ha puntato l’attenzione sul ruolo giocato dall’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili nello sviluppo del nostro Paese, sia da un punto di vista industriale sia di ecosostenibilità dell’intero sistema, permettendo di accelerare il processo di decarbonizzazione verso un modello ecosostenibile.

I lavori si sono aperti con l’intervento del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha sottolineato: "L'idrogeno è degno di grande attenzione, c'è un trend internazionale da cui non ci possiamo tagliare fuori. Dobbiamo avere l'ambizione di guidare la transizione ecologica". "In questo momento costa troppo, ma dobbiamo creare le condizioni perché questo diventi il vettore principale. La transizione ci deve portare nel più breve tempo possibile a usare l'idrogeno a un prezzo congruo, questo vale per i trasporti ma anche per i settori energivori", ha aggiunto il ministro che ha poi evidenziato che per investire i capitali provenienti dal Recovery Plan sulla transizione energetica “serve una catena di procedure rapida” e per questo in parallelo con il Pnrr il Governo sta studiando un’azione decisa “sulla semplificazione e sulla catena dei permessi”, in cui l’intero processo è molto lungo e complesso, sottolineando che nell’installazione degli impianti rinnovabili negli ultimi anni, a fronte di una programmazione di un certo tipo, a consuntivo si arrivava al 10% del programmato. “Così non si può andare avanti, anche perché con il Recovery Plan si va avanti con saldi di avanzamento lavori, non riuscire a sfruttare questi capitali sarebbe una doppia sconfitta”, ha aggiunto il ministro nel corso del suo intervento all’evento del Sole 24 Ore “La strategia sull’idrogeno e la transizione energetica. Prospettive e opportunità per un’Italia green”, sottolineando che “abbiamo scelto una serie di linee dal punto di vista tecnologico e strategico di approccio all’ambiente in linea con quanto fatto da colleghi europei, saremo al passo con l’Europa”.

È intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha sottolineato che la Regione Lombardia "mai come in questo momento sta dedicando una grande attenzione per cercare di andare verso l'economia verde e la decarbonizzazione. Una cosa che ci viene imposta soprattutto dalle condizioni fisiche del nostro territorio, del bacino Padano". "Noi abbiamo subito sottoscritto il progetto 'Hydrogen Valley' sul sistema della mobilità lombarda. E' una direzione giusta, che per adesso è sperimentale, ma che vorremmo cercare di estendere a una serie di altre attività sia sul trasporto che sulla produzione. Dobbiamo cercare di ampliare il più possibile le sperimentazioni per rendere sempre più disponibili le energie alternative", ha continuato Fontana. "Abbiamo mandato al governo un progetto assolutamente preciso e nel rispetto delle richieste avanzate dall'Unione europea sia sulla tempistica che sul tipo di progetto. Speriamo che questo progetto che venga guardato con attenzione e che possa essere inserito nel progetto nazionale", ha aggiunto. "Se ci arrivassero le risorse ulteriori del Recovery Plan avremmo la possibilità di presentare anche progetti più ampi e importanti".

Sono anche intervenuti i rappresentanti delle più importanti industrie del settore. Francesco Starace, CEO di Enel durante il suo intervento ha dichiarato: “L’utilizzo migliore dell’idrogeno è quello che tiene conto del suo alto contenuto energetico. All’inizio deve essere usato per chimica, fertilizzanti, cemento e per la decarbonizzazione dell'acciaio. Sarebbe una sciocchezza invece produrre dall’elettricità idrogeno e poi ancora una volta elettricità così come usarlo per il riscaldamento”. “Le decisioni sull’idrogeno le prende la fisica. È una molecola molto piccola, permea e attraversa i metalli. È difficile trasportarlo e anche abbastanza pericoloso, infatti si produce vicino ai punti di consumo. Creare gas arricchito di idrogeno è un altro discorso ma non è la soluzione alla transizione energetica”, ha aggiunto il manager.

Il CEO di Eni, Claudio Descalzi, ha sottolineato: "Si parla di idrogeno da circa 30 anni. Ci sono stati dei miglioramenti tecnologici ma ora c'è la necessità di diversi vettori energetici e diverse risorse primarie". "L'idrogeno - ha aggiunto - è un vettore energetico che può dare grosse soluzioni al campo industriale e alla mobilità. E insieme all'elettrico può contribuire alla decarbonizzazione. Noi ci siamo attrezzati ed avremo delle stazioni di servizio multifunzionali con l'elettrico, biogas ed anche con l'idrogeno. In futuro, come è successo con l'elettrico, per l'idrogeno ci sarà una crescita". "Noi - ha concluso Descalzi - possiamo parlare di idrogeno perché lo produciamo, lo utilizziamo e lo usiamo anche nel sistema elettrico. Se guardiamo al 2050 vediamo che ci sarà una quadruplicazione della produzione di idrogeno. Il 43% sarà idrogeno blu e il 48% sarà verde. Quindi c'è un piano ben definito a livello Europeo e mondiale".

Il CEO di Snam Marco Alverà ha evidenziato che “per l’Italia lo sviluppo dell’idrogeno può essere una grande opportunità. Dobbiamo sviluppare in Italia e in Europa tutto ciò che si può e anche creare delle partnership internazionali. Abbiamo un vantaggio geografico importante e un vantaggio infrastrutturale grazie a una rete interconnessa con Algeria, Tunisia, Libia e Medio Oriente attraverso la Grecia. Abbiamo anche un vantaggio tecnologico con aziende di eccellenza". "Noi abbiamo investito in De Nora, che è leader mondiale nei componenti per gli elettrolizzatori - ha aggiunto Alverà -. Tutto questo ci può consentire di sviluppare una partnership con il Nord Africa e diventare un hub di esportazione di idrogeno verso l’Europa, in particolare verso la Germania che ha bisogno di molto import. Trasportare idrogeno via tubo è tecnicamente possibile, ci sono degli standard internazionali consolidati e costa 10 volte meno che farlo via nave".

Renato Mazzoncini, AD di a2a ha sottolineato “L’idrogeno sarà uno degli elementi del mix futuro di decarbonizzazione e il problema più rilevante sono le contrapposizioni, per esempio se l’idrogeno si potrà trasportare o no. L’importante è che ognuno faccia la propria parte”. “Le applicazioni potrebbero essere tante. Auto a idrogeno sono convinto che non ne vedremo, l’elettrico grazie alle soluzioni offerte dalle batterie taglia fuori soluzioni più complesse, il discorso è diverso per track e treni”, ha aggiunto Mazzoncini, citando il progetto ferroviario in Valcamonica di a2a e FNM.

"Noi, parlo anche come presidente dell'associazione europea dei distributori di gas, abbiamo avuto degli incontri a livello europeo per discutere del ruolo delle infrastrutture del gas nella transizione energetica" ha detto il ceo di Italgas, Paolo Gallo. "Abbiamo un orizzonte più a breve - ha aggiunto - che riguarda il biometano ed una più lunga per l'idrogeno. E durante questi incontri ci è stato confermato che le infrastrutture del gas saranno cruciali per la transizione energetica. Ma queste infrastrutture devono essere capaci di accogliere gas diversi. E quindi la richiesta che è arrivata dai membri della commissione europea è quella di infrastrutture smart, digitali". Nell'ambito del Pnrr, per quanto riguarda il "nostro settore, ci farebbe piacere vedere - ha proseguito Gallo - supportati due ambiti in particolare: la trasformazione digitale delle aziende e in particolare la digitalizzazione delle reti e lo sviluppo di nuove infrastrutture in aree al momento non coperte dal servizio. Da questo punto di vista, come ha ricordato anche il ministro Cingolani, è fondamentale sbottigliare gli iter autorizzativi per sbloccare gli investimenti, renderli più rapidamente attuabili, in modo anche da rispettare gli impegni che dovremo presentare nel Recovery Fund". 

"Oggi ci si presenta un nuovo modo di fare energia in modo più sostenibile. Tutte quelle che sono le soluzioni energetiche per i consumatori sono di nostro interesse. L'idrogeno andrà a spiazzare tutti quei settori di consumo dove non è possibile ipotizzare una immediata sostituzione di altre fonti energetiche che hanno emissione di carbonio" ha detto il ceo di Edison, Nicola Monti. "Se guardiamo l'utilizzo e la competitività dell'idrogeno - ha aggiunto - vediamo il settore dei trasporti ed in particolare quelli ferroviari. Per alcuni settori l'idrogeno rappresenta una soluzione ideale per andare a sostituire il gas naturale. E quindi in questa logica noi vediamo in futuro un collegamento tra fonti rinnovabili e l'idrogeno. Crediamo che ci sarà la costruzione di impianti di elettrolisi vicino ai poli di consumo. Noi abbiamo un ruolo di leadership sul fronte delle rinnovabili e su questo vogliamo continuare a incrementare. Samo interessati anche ad investire nella catena dell'elettrolisi anche con altri operatori. Le tecnologie sono diverse e quindi serve che tutti i grandi operatori investano insieme e che si concentrino degli incentivi per questa catena industriale".

È intervenuto anche Andrea Gibelli, presidente di FNM, che ha parlato della prima “Hydrogen Valley” italiana, in Val Camonica, dove FNM in collaborazione con a2a ed Enel metterà in funzione dal 2023 i primi treni a idrogeno. “La sfida è ridurre al minimo il periodo di utilizzo dell’idrogeno blu e poi con importanti investimenti arrivare all’idrogeno verde per l'economia circolare. Cioè ricavare idrogeno dall’acqua delle Alpi e dai rifiuti e costruire un sistema che serve al Paese, non lavorare a compartimenti stagni ma con grandi alleanze e progetti replicabili” ha detto Gibelli. “L’obiettivo del piano industriale di FNM è una mobilità a zero impatto ambientale e per questo abbiamo scelto partner rilevanti come a2a ed Enel”, ha aggiunto.

I lavori dell’evento si sono conclusi con l’intervento di Clara Poletti, Commissario dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e Presidente del Board dei Regolatori dell’Agenzia europea per la Cooperazione dei Regolatori dell’energia. "L'idrogeno è tornato al centro del dibattito. Sul fronte di economia circolare, di transizione energetica, è necessario superare la visione per compartimenti. Serve un approccio integrato orizzontale" ha detto Poletti. "Nel caso dell'idrogeno - ha aggiunto - bisogna ragionare in termini di filiera e di sviluppo ordinato tra domanda e offerta. Ma occorre anche una visione integrata tra energia elettrica e i gas. Con gli elettrolizzatori si crea un importante ponte tra i due settori e bisogna evitare di guardare al singolo vettore isolato. Sul tema dell'idrogeno un quesito molto discusso è quello se la regolazione ha un ruolo. Il dibattito è molto fluido e credo che non ci sia una risposta. Ma credo che si possono dare alcuni principi con la necessità di un approccio graduale. E poi serve subito un monitoraggio che ci dia una visione di come le cose si stanno modificando. C'è poi la valorizzazione delle infrastrutture esistenti. Va anche assicurata la neutralità degli operatori di rete che devono avere il ruolo di facilitatori dello sviluppo e dell'uso dell'infrastruttura".


Leggi anche LA COOPERAZIONE PUBBLICO-PRIVATA È IL DRIVER ABILITANTE DELLA FILIERA INTERNAZIONALE DELL’IDROGENO


Fonte: Il Sole 24 Ore