La Russia presenta piano di sviluppo per la produzione di idrogeno da nucleare e gas naturale

Il Governo di Mosca ha annunciato un piano di sviluppo pluriennale che mira a fare del Paese uno dei leader mondiali nella produzione e nelle esportazioni di idrogeno entro il 2035. A comunicarlo è stato il vice primo ministro Alexander Novak, che ha aggiunto di voler puntare sulle tecnologie nucleari e sul gas naturale.

La Russia mira infatti a sviluppare tecnologie per produrre idrogeno dal gas naturale sfruttando l'energia nucleare unitamente ad altre soluzioni low carbon. Per far ciò Mosca metterà a disposizione ingenti risorse per la realizzazione delle necessarie infrastrutture a supporto della sua diffusione anche negli utilizzi finali, come ad esempio carburante per i trasporti e per lo storage di energia.

A livello globale la capacità degli impianti di elettrolisi è pari a 82 MW e sono in programma oltre 23 GW di nuova capacità, oltre 280 volte la capacità attuale, da realizzare nei prossimi 10 anni. I nuovi progetti sono aumentati notevolmente negli ultimi due anni, vedendo il coinvolgimento di sempre più attori e programmi politici.

Le ragioni alla base del crescente interesse verso il settore risiedono nel sostegno dei governi e  la diminuzione dei costi delle rinnovabili e della tecnologia power-to-X.

Ad oggi, 6 paesi europei, la Commissione europea, la Russia e il Cile hanno pubblicato strategie sull’idrogeno, contenenti obiettivi di produzione e incentivi economici. Piani che rassicurano il settore finanziario e gli investitori.

Gli investimenti globali nel settore dell’idrogeno verde dovrebbero superare il miliardo di dollari l’anno, a livello mondiale, già nel 2033. L'interesse dei governi verso la produzione di questo vettore energetico, unitamente ai minori costi di produzione, dovrebbe fornire una buona spinta al comparto.

Per quanto riguarda gli economics, i costi di produzione dell’idrogeno verde sono diminuiti del 40% dal 2015 e si prevede che diminuiranno di un ulteriore 40% entro il 2025. Due terzi di questo calo è da attribuire all'aumento della competitività delle FER. Si stima che entro il 2025 il principale motore di riduzione della spesa saranno le economie di scala mediante lo sviluppo di progetti di elettrolisi più ampi, con un costo di produzione entro il 2030 al di sotto dei 2 dollari / kg; un valore in grado di competere con l’idrogeno blu (prodotto dal gas naturale con cattura del carbonio).


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Fonte: Argus Media