Toyota, un ecosistema a idrogeno per Fukushima

L’idrogeno come strumento per salvaguardare l’ambiente, ma anche per aumentare la resilienza della società in caso di eventi avversi. E’ questa la visione di Toyota, che all’indomani della giornata mondiale dell’ambiente (tenutasi sabato 5 giugno) ha annunciato il progetto di un secondo ecosistema completamente basato sull’idrogeno, dopo quello in costruzione a Higashi-Fuji (denominato Woven city).

Questa volta il luogo scelto ha un importante valore simbolico: la prefettura di Fukushima, colpita nel 2011 dal disastro nucleare causato da un terremoto e maremoto, di cui il progetto Toyota contribuirà alla ricostruzione e alla messa in sicurezza.

Convertire i centri nodali

Mentre Woven City, nella prefettura di Shizuoka, mira a diventare una sorta di città laboratorio in cui sperimentare le tecnologie del futuro, il centro previsto a Fukushima vuole essere un test per un sistema in grado di resistere agli shock esterni, e dimostrare che l’idrogeno può essere una fonte energetica sicura anche in zone soggette a fenomeni estremi.

Di conseguenza Toyota, assieme ai suoi partner (tra cui Hino, Isuzu e Asahi), ha in progetto di convertire a idrogeno i centri nevralgici della cittadina di Namie, dove sorge il centro di ricerca Fukushima Hydrogen Energy Research Field (FH2R). Saranno interessati anzitutto gli hub logistici, gli esercizi commerciali al dettaglio e all’ingrosso, in particolare quelli di generi alimentari, e ovviamente gli impianti di produzione di beni essenziali.

Infrastrutture connesse

Tutte queste strutture saranno rese in grado di funzionare autonomamente in caso di black out grazie all’idrogeno, che alimenterà anche la flotta di veicoli commerciali, i quali verranno appositamente trasformati per funzionare tramite celle a combustibile. Completerà il quadro un sistema di stazioni di rifornimento, e ogni infrastruttura sarà connessa alle altre tramite una centrale operativa.

Il piano non è ancora stato spiegato in maniera dettagliata, ma si partirà dall’impostare un modello in grado di soddisfare i bisogni di una cittadina di circa 300mila abitanti, per poi estendere le dimensioni della sperimentazione. Toyota inoltre fornirà anche ambulanze e veicoli d’emergenza, ad esempio furgoni per la preparazione di alimenti, sempre alimentati a idrogeno. 


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Fonti: Staffetta Quotidiana